Juniperus communis (Ginepro comune)

Descrizione
Probabilmente il nome deriva dal celtico Juneprus oppure dal latino Junior Pario cioè generante giovani. Si tratta di un arbusto cespuglioso e facilmente riconoscibile per il fusto molto ramificato, rossiccio. Le foglie sono aghiformi riunite a tre, molto dure e pungenti, verde grigie con una riga bianca. I fiori sono amenti primaverili che successivamente si trasformano in frutti piccoli tondeggianti (impropriamente dette bacche), pruinosi e neri a maturazione.
I frutti sono la parte utilizzata in cucina come importante aroma per carni, pesce, verdure, ma soprattutto per farne il famoso “Gin” un liquore molto alcolico in uso nei paesi nordici. Le bacche di ginepro sono anche utilizzate in erboristeria come anticatarrali, antireumatici, balsamiche, aperitive, digestive, diuretiche, nonché come componente per profumi e balsami. Un uso eccessivo può provocare infiammazioni all’apparato urinario.
Oltre alla specie Juniperus communis sono presenti nella penisola Juniperus oxycedros ovvero il ginepro a legno rosso, utilizzato come componente dell’olio di Cade, per capelli grassi e forfora. Il ginepro è utilizzato dalla notte dei tempi, nel “De re rustica” di Catone si consigliava un vino di ginepro contro i mali dell’apparato genito-urinario. Più anticamente l’uomo primitivo ne bruciava i rami e le foglie credendole magiche e propiziatorie.
Nei villaggi di montagna ancora oggi si appendono rami di ginepro e si bruciano le bacche per allontanare gli spiriti, profumare l’ambiente e cacciare gli insetti.
Coltivazione
La sua coltivazione in giardino è relativamente semplice perché la specie si adatta a molte situazioni, pur preferendo una buona esposizione al sole, in terreni asciutti, sassosi e sabbiosi, anche calcarei. Pianta ideale per terreni di montagna, anche molto ventosi. In primavera si trapiantando nel giardino le piantine già formate e prodotte nei vivai. Avendo tempo e pazienza si possono seminare le bacche in primavera, meglio se in cubetti di torba o in alveolati, trasferendo poi le plantule in vasi da 12-13 cm di diametro quando raggiungono i 10 cm di altezza. Dopo circa un anno si possono trasferire in pieno campo. Le piante vengono generalmente coltivate in forma di siepe o come piante singole all’interno di aiuole dedicate agli aromi. La crescita si avvantaggia di una corretta irrigazione, così come regolari concimazioni con fertilizzante organico o minerale a lenta cessione in autunno o primavera. I frutti si raccolgono in autunno scuotendo le piante con dei bastoni, la raccolta manuale non è consigliabile perché le foglie pungono davvero. Le bacche raccolte si essiccano su graticci e si conservano in sacchetti o in barattoli chiuse ermeticamente.
Cupressaceae
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