Glycyrrhiza glabra (Liquirizia)
Descrizione
Il nome deriva dal greco Glikòs, cioè radice dolce. Si tratta di una erbacea perenne originaria dell’Europa orientale, ma in Italia è reperibile soprattutto al centro-sud in terreni argillosi e sul litorale, ma talvolta si rinviene anche al nord in terreni collinari incolti.
Si riconosce per i fusti eretti e cilindrici con foglie alterne, imparipennate, composte da 7 paia di foglioline ellittiche verdi brillanti, un po’ viscide nella pagina inferiore. I fiori sono azzurri, tubulari, riuniti in racemi. Successivamente producono legumi resistenti, lunghi anche 25 cm e provvisti di peli, contenenti anche 4-6 semi.
La parte utilizzata è però la radice, soprattutto per la preparazione di caramelle o come aroma dolciario o per liquori. E’ noto che un eccesso nel consumo di liquirizia può provocare ipertensione arteriosa. In passato era comunque utilizzata come, antispastico, diuretico, espettorante e lassativo, nonché come emolliente per la gola infiammata.
Coltivazione
Oltre che alla riproduzione per seme, poco utilizzata, si ricorre semplicemente alla divisione in primavera delle radici che vanno poste, poco profonde, in terreno fertile. Queste produrranno le nuove piante che all’autunno successivo saranno pronte al trapianto in pieno campo, in terreno fertile. Prima dell’inverno vanno potate per favorirne l’accestimento. Le nuove piante necessitano una accurata mondatura dalle infestanti, per ottenere un prodotto pulito. Ricordarsi di non far mancare una corretta irrigazione, così come regolari concimazioni con fertilizzante organico a lenta cessione in autunno o primavera. Al terzo anno e durante l’autunno si raccolgono le radici, scalzandole con vanghe o forconi robusti, oppure con un vomere trainato da trattore. Dopo una lunga essiccazione in locale asciutto e ventilato si tagliano a pezzi e si conservano in magazzino all’interno di sacchi di tela.
Papilionaceae
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