Ginkgo biloba

Descrizione
Genere piuttosto limitato, dato che comprende una sola specie: Ginkgo biloba. Le origini si perdono nella notte dei tempi, nel Giurassico (150 milioni di anni fa) quando ancora scorrazzavano i dinosauri e l’uomo era solo un’idea. A vedersi non si direbbe che si tratta di una conifera, ma alcuni suoi aspetti botanici la fanno appartenere (o essere molto vicina) a questa grande famiglia. Il carattere più caratteristico della specie è la foglia, dalla forma identica ad un ventaglio (a quella del capelvenere), caduca, verde brillante, che in autunno si tinge di un bel giallo intenso. Il portamento invece potrebbe ricordare certe conifere, ma diventa spesso più disordinato, anche se comunque raggiunge la ragguardevole altezza di 18-20 mt, anche se non in tempi brevi.
Coltivazione
Le piante di Ginkgo biloba si adattano bene ad ogni situazione, anche in piena città dove l’inquinamento atmosferico è elevato. La particolarità e bellezza del fogliame, la fanno preferire spesso ad altre conifere, anche per il vantaggio delle foglie caduche che così lasciano passare la luce solare nella cattiva stagione. Accanto a latifoglie come i carpini, le querce o i frassini, può formare macchie arboree di indiscussa bellezza. Così come risulta molto interessante se abbinato ad essenze dalle tonalità porpora o rosse, Faggio rosso per esempio, per creare magnifici giochi di contrasto.
Ginkgoaceae
Piccoli e insignificanti
Non necessaria, ma evitare periodi siccitosi troppo prolungati
In primavera con concime organico per piante giovani
Identica ad un ventaglio, caduca, verde brillante
Sole
Fino a -25 °C
Fertile, di medio impasto, ben drenato
Non necessaria, esclusivamente per eliminare rami rotti o danneggiati
La specie ha origini antichissime che risalgono a 150-200 milioni di anni fa
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